NON SOLO MUSCOLI… L’IMPORTANZA DEL RECUPERO ORGANICO

È risaputo che gli atleti, di qualsiasi disciplina sono degli entusiasti, dimostrano uno slancio sincero e costante verso l’allenamento e alimentazione. Questo slancio, si traduce spesso con un eccessivo stress, un sovraccarico che non va solo a carico del sistema muscolare ma si manifesta su tutto l’organismo partendo da sistema immunitario, ormonale, osteo articolare e, fattore troppo spesso trascurato, epatico.

Cicli di allenamento intenso

Questo stress trova la sua massima espressione quando si affrontano cicli intensi con picchi di intensità e volume; questi periodi (che negli agonisti si concretizzano nei momenti pre-contest) richiedono a seguire un periodo di “recovery” per permettere al corpo di recuperare e riequilibrare.

Tutto questo anche alla luce dell’evidenza di come, soprattutto negli sport di potenza, in queste fasi ci sia anche un cospicuo carico proteico.

Il solo innalzamento delle transaminasi non è in se un parametro certo di sofferenza epatica (questi enzimi sono presenti anche nel muscolo scheletrico)anche se il loro innalzamento non va comunque mai trascurato, se poi ad andare fuori range sono anche altri valori come le Gamma GT e la bilirubina allora la possibilità di una sofferenza epatica specifica è alta.

La Gamma GT

Un enzima contenuto a livello microsomiale nel fegato e in altri tessuti che può essere alterato da periodi di forte stress fisico muscolare, il fegato è un organo “robusto” ma troppi ignorano le sue moltepici e basilari funzioni, spesso ci si dimentica che il fegato è una ghiandola e può essere inserita all’interno del sistema endocrino.

Fra gli ormoni prodotti vale la pena ricordare la gastrina (per stimolare le cellule dello stomaco) e l’IGF-1, fattore di crescita insulino simile strettamente collegato al GH. L’azione dell’IGF-1 non si ferma ai muscoli, questo ormone è basilare per l'attività dei condrociti, le cellule deputate alla sintesi di nuova cartilagine e favorisce l'attività degli osteoblasti, aumentando il trofismo osseo.
Un fegato affaticato e stanco limita la produzione di ormoni con una pesante caduta sull’efficienza organica.

Si potrebbe andare avanti per molte pagine a parlare delle funzioni epatiche ma è facile capire come la cura del fegato debba essere fra gli obbiettivi di ogni atleta poichè è facile che a seguito di certi cicli di allenamento risulti affaticato e necessiti di un reset.

Questo reset è possibile:

  • facendo uno scarico di lavoro, allenamenti meno frequenti, meno intensi e con intensità più bassa.
  • curando l’alimentazione dove il carico proteico deve essere ridimensionato

Il “terrore” di molti atleti è quello che diminuendo allenamento e livello proteico si possa fare decadere performance e massa magra ma non è così.

I periodi di recupero servono per supercompensare e riportare il corpo in equilibrio; va inoltre detto che l’introduzione di pool di aminoacidi può ottimamente sopperire a una alta quota di proteine creato meno scorie azotate e minore carico epatico/renale. Un punto centrale è il riposo, questo inteso come sonno, sia valutato nella quantità che nella qualità, è infatti durante il sonno profondo che il corpo mette in atto la maggioranza dei meccanismi ricostruttivi.

Una nota a parte va fatta anche per le abitudini sane (che però gli sportivi solitamente hanno nel DNA) come evitare cibi molto grassi e alcol. Il fegato ha infatti anche il compito di metabolizzare l’alcol così come di procedere alla disintossicazione da parte della maggioranza delle sostanze tossiche fra cui anche l’ammoniaca e suoi derivati (strettamente legata al metabolismo delle proteine).

Integrazione

Tornando ai comportamenti virtuosi un grosso aiuto può venire dall’uso di integratori studiati per una azione sia di difesa che di depurazione epatica.
Alla base c’è il NAC (N acetyl cisteina) un potente antiossidante che stimola la produzione di Glutatione, una delle più preziose difese (anche endogene) del corpo.

Utile avere del Glutatione anche in forma pura ma avere sostanze che ne promuovono la formazione fa in modo di garantirne una costante presenza. Fra le sostanze che agiscono in questo senso figura anche l’acido Lipoico che aggiunge un ulteriore potente azione antiossidante, nella tradizione fototerapica figura poi il Cardo Mariano, ricchissimo di Silimarina, una molecola in grado di riattivare gli epatociti.
Nella esperienza degli sportivi, già presenti negli integratori usati a scopo disintossicante negli anni 80, ci sono Colina e inositolo, molecole che promuovono la salute epatica agendo anche sulla riduzione della Omocisteina (sostanza altamente tossica anche per il cuore). Un ruolo essenziale viene poi dato dalle vitamine B, soprattutto della B12 (la più presente nel fegato).
Sempre nella tradizione erboristica un ruolo importante è dato dai chiodi di garofano, sostanza ricchissima di polifenoli ma a volte difficile da utilizzare in concentrazioni e dosaggi veramente utili, la moderna tecnologia ha brevettato degli esclusivi metodi estrattivi (Clovinol) che ha permesso ottenere principi attivi estremamente puri e concentrati, molecole di cui si è documentata una eccellente efficacia sulla funzionalità e ripristino epatico.

Tutte queste molecole, unite alle altre soluzioni analizzate in precedenza, possono certamente permettere un eccellente periodo post ciclo di carico e che consente all’atleta di recuperare e gettare le basi per nuovi condizionamenti.

Una nota importante va fatta anche su come gli integratori a “protezione” epatica possano risultare utili anche durate (almeno dalla metà alla fine) di un ciclo di carico allenante, questo a scopo preventivo, poi si proseguirà, come precedentemente detto, con la fase di recovery.

Questa fase di scarico è recupero diventerà sempre più una pratica importante che permette di preservare l’atleta dagli eccessi (anche di allenamento) che troppo spesso vengono sottovalutati.