Carboidrati, perché non eliminarli totalmente dalla dieta

Di Marco Neri – Consulente Scientifico Moldes e Nutrizionista Sportivo

 

“Ragazzi mi metto a dieta! Ho deciso di togliere i carboidrati…”. Questo il classico incipit con annuncio dei buoni propositi per calare di peso.

Certo, diminuire i carboidrati è una delle possibili strategie per diminuire il peso, ma togliere quasi completamente i carboidrati (CHO) non è una condotta vincente (soprattutto nel medio lungo periodo).

 

Dieta ipoglucidica: attenzione a non esagerare

Nella maggioranza dei casi la riduzione di carboidrati viene fatta a favore delle proteine. Certamente un’interessante quota proteica (2g/kg?...parliamone) è molto utile ma spingere agli eccessi non serve, tanto quelle proteine sarebbero usate per neoglucogenesi con utilizzo a scopo energetico.

Avrebbe quindi molta più logica ottenere questa quota energetica derivante da CHO, magari a bassa azione insulino/glicemica, ma non da proteine.

Qui si potrebbe osservare che la quota calorica che si andrebbe ad apportare ai carboidrati potrebbe essere a completo carico dei grassi facendo così slittare la filosofia alimentare verso una scelta chetogenica, ma questo è un discorso molto più complesso, in quanto saranno i corpi chetonici ad avere il compito di fornire energia.

La presenza di massimo 20/25 g di CHO è proprio una delle caratteristiche della diete chetogeniche ma sottolineiamo come il rifornimento energetico debba essere fatto dai grassi e non dalla degradazione proteica (che è “impegnativa” sotto il profilo biochimico e crea numerose scorie metaboliche).

 

 

I rischi dei regimi low carb e very low carb

A parte queste “ovvie” considerazioni che vanno certamente a risparmiare anche organi come fegato e reni che in presenza di alimentazioni iperproteiche si sovraccaricano e per questo possono essere aiutati anche con integratori ad hoc, occorre anche avere la consapevolezza che i regimi low carb e very low carb creano una situazione di “abitudine” dove il corpo si adatta al ribasso verso la necessità di questo macronutriente, ma ammesso e non concesso che tutto proceda bene senza alcun sovraccarico organico,  il problema potrebbe insorgere nel momento in cui si ritorna ad un regime normoglucidico (se non addirittura iperglucidico a conseguenza di una voracità anche psicologica di rimbalzo verso i carboidrati).

Nella maggioranza dei casi il corpo ha “dimenticato” come gestire livelli normali di carboidrati e la sua risposta è un rebound di ritenzione idrica e liposintesi (da iperinsulinemia) con sbalzi anche di diversi Kg in pochi giorni.

Questo fa capire come un regime ipoglucidico si possa anche effettuare (per periodi controllati) ma va poi gestito con oculatezza il ritorno ad una dieta più glucidica.