Colesterolo alto: cosa fare

Di Marco Neri

In Italia secondo una ricerca dall'Istituto Superiore di Sanità, prendendo in osservazione una popolazione adulta con fascia di età compresa fra 35 e 74 anni, il 23% degli uomini e il 21% delle donne rientra nella definizione di ipercolesterolemico, mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è ai limiti dei valori statistici.

 

Genericamente si parla di colesterolo totale dove già con valori prossimi ai 200 “potrebbe” scattare un’attenzione. In realtà il colesterolo totale è un rischio “generico” (solo pochi anni fa il valore massimo era oltre i 220 mentre ora si raccomanda < a 200), quello che sembra essere veramente importante è il colesterolo LDL (il cosiddetto “cattivo”) mentre il colesterolo HDL (quello comunemente detto “buono”) può essere un importante fattore di protezione.

 

Va detto che il colesterolo è essenzialmente genetico, prodotto in modo endogeno dal fegato e questa produzione è molto legata all’ereditarietà che può essere la prima, più rara, definita omozigote e la seconda, più comune, chiamata eterozigote.

 

Entrambe le condizioni derivano da una serie di mutazioni del gene del recettore delle LDL, che si trova sul cromosoma 19 e che impedisce all’organismo di smaltire correttamente il colesterolo cattivo in circolo nel sangue. Il colesterolo è un componente fisiologico del nostro metabolismo e di molte strutture, fondamentale per la sintesi di alcuni ormoni, nella produzione di vitamina D, contribuisce alla formazione delle membrane cellulari in vari tessuti.

 

 

Come ridurre il colesterolo alto: sport e integratori

Un’azione di grande importanza può essere fatta tramite l’attività fisica; infatti l’attività a base aerobica, svolta almeno 4 volte a settimana per almeno 50 minuti (comunque di almeno 200 min a settimana) può portare è cali del colesterolo totale e, soprattutto, ad un aumento dell’HDL.

 

Occorre sottolineare che lo stile di vita può influisce negativamente sui valori di HDL, fra questi si sottolinea obesità, sedentarietà, fumo, dieta ricca di carboidrati, menopausa, dieta ricca di acidi, grassi trans, insulino-resistenza. Rivedere il proprio stile di vita può avere effetti estremamente positivi così come assumere integratori per abbassare il colesterolo che svolgono un piano di riequilibrio dei valori plasmatici.

 

Fra le sostanze di pregio ed efficacia troviamo la Berberina, la Monacolina da riso rosso fermentato e l'octacosanolo. Anche il coenzima Q10 è un valido supporto così come un’altra molecola molto diffusa nell’ambiente sportivo (e non solo), l’acido alfa Lipoico che svolge la sua azione sulla formazione della placca aterosclerotica agendo negativamente sul colesterolo LDL, presente nell’integratore R-ALA 150.

 

Rimane che sulla predisposizione genetica non è possibile intervenire, ma possiamo farlo sullo stile di vita, sull’alimentazione, sullo sport e sull’inserimento di opportuni integratori.

 

 

Colesterolo alto: cosa mangiare e cosa evitare

 

L’alimentazione ha una sua importanza ma sembra non potere influire più del 10/15% dei valori. I cibi maggiormente sotto accusa sono le carni rosse, i formaggi, i salumi; il pesce è invece indicato (a parte i crostacei) e addirittura può aiutare.

 

Essendo una molecola animale il colesterolo non è presente nei cibi vegetali e l’assunzione di grassi vegetali (olio di oliva, frutta secca, frutti oleosi ecc) può anzi determinare un fattore di aiuto. Anche le tante vituperate uova sono state più volte assolte dall’essere colpevoli dell’ipercolesterolemia.