Vitamina C e vitamina D: i benefici per la pelle

Di Marco Neri

Nel mondo dello sport e della salute la Vitamina C e Vitamina D sono da anni una presenza consolidata dove tutti i praticanti hanno una buona conoscenza di tutti i vantaggi che si ottengono dall’uso di queste 2 vitamine, sia usate singolarmente che in associazione.

 

I benefici sono tantissimi e possiamo riassumerli in:

  • - Azione antiossidante
  • - Sostegno del sistema immunitario
  • - Sostegno al sistema ormonale
  • - Miglioramento dei recuperi
  • - Funzionalità articolare
  • - Metabolismo osseo
  • - Azione pro-energetica

Ma in pochi sanno che parallelamente all’azione antiossidante si crea una potente azione di sostegno a tutte le strutture epidermiche nel momento in cui queste sono sottoposte allo “stress” dell’esposizione al sole.

 

I raggi solari UV appartengono alla famiglia degli ultravioletti: quelli che raggiungono la superficie terrestre sono gli UVA e UVB, in quanto gli UVC sono assorbiti dall’atmosfera.

 

Gli UVB penetrano 280-315 nanometri e colpiscono lo strato più superficiale dell’epidermide (con rossori e scottature), i raggi UVA arrivano fino a 315-400 nanometri e vanno a colpire gli strati più profondi della pelle.

 

Entrambi questi raggi, se ci si espone per lunghi periodi e senza protezioni provocano danni a cute (macchie, rughe, perdita di compattezza), occhi, tessuto connettivo fino ad arrivare a forme di tumori.

 

Ovviamente la difesa sotto forma di crema solare è la protezione primaria ed è una cautela che, in modo direttamente proporzionale al fototipo della pelle, è consigliabile a tutti, ma accanto a questo, l’epidermide (e non solo) ha bisogno di sostegno a reintegro dell’aggressione subita dai raggi UV che sono dei potenti produttori di radicali liberi.

I vantaggi della vitamina C

 

La risposta integrativa può venire senza dubbio dall’assunzione di integratori di Vitamine, dove la vitamina C la fa da padrona in quanto agisce come prevenzione dall’invecchiamento cutaneo e dalla formazione di rughe.

Tipiche conseguenze di una protratta esposizione al sole sono deterioramento dei lipidi cutanei e delle fibre di collagene ed elastina. Questo effetto è sempre valido ma è ancora più marcato ed importante dopo i 30 anni in quanto il livello di vitamina C sulla pelle diminuisce con l'età, soprattutto a livello dell’epidermide, quindi anche la produzione di collagene cala in modo proporzionale e la conseguenza è un “indebolimento” del sistema epidermide/derma che inizia a perdere compattezza lasciando spazio a rughe, marcati segni di espressione, perdita di volume.

 

Il ruolo della vitamina D

 

La vitamina D pur rimanendo una vitamina basilare non ha un collegamento diretto con l’esposizione al sole, o meglio, ce l’ha legata alla produzione endogena di questa vitamina quando la pelle viene esposta ai raggi UV.

 

Il problema è proprio questo, che in alcuni casi (o per varie problematiche) l’esposizione al sole non è possibile farla in modo appropriato e quindi anche nel periodo estivo si rende utile continuare ad assumere la vitamina D.

 

Proviamo a pensare a pelli molto chiare (fototipo 1 e 2), che abbiano bisogno di protezioni solari (creme) ad alto livello di fattore di protezione (SPF). Più la protezione è alta più filtra i raggi UV e più si blocca la produzione endogena di vitamina D.

 

Un fattore di protezione SPF 50 già blocca il 90% dei raggi UV. Occorre quindi trovare un equilibrio che, come già detto, è proporzionale al fototipo della pelle ed occorrerà agire anche sui tempi di esposizione che dovranno essere all’inizio (nei soggetti con carnagione chiara), di pochi minuti (dai 10 ai 15) e poi aumentare gradualmente in modo che i melanociti dell’epidermide producano una quantità sufficiente di melanina. Per questi soggetti il supporto della vitamina D sottoforma di integratore è consigliabile mantenerla anche nella fase di “adattamento” all’esposizione per poi eventualmente sospenderla quando si giunge ad esposizioni di oltre 30 minuti.