Come funziona la memoria muscolare: il ruolo dei mionuclei
Come funziona la memoria muscolare: il ruolo dei mionuclei
Di Emiliano Caputo
Sappiamo bene che quando smettiamo di sollevare pesi i nostri muscoli si atrofizzano e tornano alle dimensioni precedenti, ma per fortuna si recuperano abbastanza facilmente quando riprendiamo i nostri allenamenti.
Questo fenomeno, documentato scientificamente per la prima volta all'inizio degli anni '90, è conosciuto come “memoria muscolare” ed è stato spiegato, finora (con prove dirette derivanti dagli studi sui roditori), grazie alla permanenza nel tempo, del numero dei mionuclei acquisiti durante il processo di ipertrofia muscolare scheletrica indotta dall'esercizio fisico (meccanismo che per gli esseri umani rimane in gran parte ambiguo).
Tuttavia, ci sono diversi studi sugli esseri umani che forniscono prove per supportare o contraddire l'ipotesi della memoria muscolare, in quanto la teoria del dominio mionucleare è stata rapidamente adottata da molti ricercatori ma continua ad essere intensamente dibattuta all'interno del campo.
Recentemente è stato ipotizzato che il muscolo scheletrico umano possiede, una “memoria epigenetica” dei precedenti stimoli anabolici acuti e cronici quando incontra l'ipertrofia muscolare successiva, quindi una sorta di memoria muscolare, ma trascritta nel DNA.
Seaborne e altri ricercatori hanno dimostrato che 7 settimane di ipertrofia delle fibre muscolari indotta dall'allenamento con esercizi di resistenza erano accompagnate da ipometilazione del DNA.
Mentre la massa muscolare è tornata alla linea di base durante il successivo periodo di allenamento, l'ipometilazione del DNA è stata mantenuta e addirittura prolungata anche durante un successivo periodo di ri-allenamento con esercizi di resistenza di ulteriori 7 settimane, durante il quale i guadagni di massa muscolare e forza erano significativamente maggiori rispetto al periodo iniziale di allenamento di 7 settimane.
L'ipometilazione promuove generalmente una maggiore espressione genica grazie alla rimozione dei gruppi metilici dal DNA, consentendo un migliore accesso al meccanismo trascrizionale e alle RNA polimerasi che consentono la trascrizione; insieme, questo suggerirebbe che l'allenamento fisico porta a uno stato di geni ipometilati potenziati, che viene quindi mantenuto durante la pausa allenante, consentendo una maggiore trascrizione di questi geni durante la ripresa e, come tale, consentendo una migliore risposta alla crescita delle fibre muscolari.