Come riprendere l'attività fisica dopo lungo tempo: positività e aria aperta.

Articolo diverso in quanto non è la solita disamina tecnica ma più un'analisi pragmatica. Inutile girarci intorno, le palestre e gli studi di PT allo stato attuale sembrano in procinto di aprire, salvo nuovi interventi, per il primi di giugno e capisco lo scoramento, comprensibile sia per gli utenti che per gli imprenditori. Purtroppo per quest’ultima categoria, soprattutto per i medi e grandi centri non ho molti suggerimenti. Credo e spero nessuna abbia l’intenzione reale di fare “saltare” una categoria che non solo produce PIL ma anche e soprattutto salute e benessere. Attendiamo le forme di supporto che a mio avviso saranno previste e proviamo adesso ad analizzare i piccoli centri, gli studi da PT e accanto a essi tutto il grande esercito di utenti e appassionati.

COSA DICE IL DPCM del 26 u.s. 

  • Saranno consentiti gli spostamenti all’interno di una stessa regione, oltre che per motivi di lavoro, di salute, necessità, anche per far visita ai congiunti.
  • Sarà consentito l’accesso ai parchi, giardini e ville pubbliche rispettando la distanza interpersonale di almeno 1 metro
  • Sarà consentito svolgere individualmente, con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività.

 

Ora è pacifico che per l’appassionato esperto, che possiede già in casa una dotazione privata di attrezzi di varia foggia con abbondanza di dischi e manubri il fatto che si siano aperti i parchi e la possibilità di fare attività fisica non cambia molto, o meglio, se hanno voglia o necessità dell’attività aerobica all’aperto questa è una bella riappropriazione di libertà. Per quanto riguarda il “potenziamento” il soggetto di cui sopra dovrebbe essere già al top. 

Purtroppo mi risulta che i fortunati non siano poi così tanti, la maggioranza di noi si è arrangiata a casa, spesso con il corpo libero o al massimo con elastici o cavi per il suspension training. Capisco che in questo caso la “palestra tradizionale” manchi e sia difficilmente sostituibile ma in attesa di questa sospirata apertura ritengo che spostare la location, magari sfruttando (nelle regioni in cui è consentito) la presenza nei parchi di piccoli attrezzi come sbarre e parallele alte e basse. 

So bene che non è la soluzione ideale ma credo sia importante cogliere l’occasione per variare la routine. Anche allenare le gambe con delle ripetute è una gran bella ed efficace variabile che con le regole della “fase 1” non era possibile fare e, inoltre, non mi venite a dire che non sia motivante e stimolante svolgere un bel programmino all’aria aperta miscelando burpee, skip, plank, push up e magari dei rematori inversi utilizzando una staccionata o una parallela (nelle regioni in cui è consentito). 

 

I PERSONAL TRAINER 

Come prospettato in apertura c’è però un’altra categoria “professionale” che potrebbe cercare di cogliere un’opportunità, questi sono i PT. Attenzione anche in questo caso non dico che quella che vado a prospettare sia la soluzione ideale, anzi, mi fischiano già le orecchie immaginando gli sfottò degli amanti di stacchi e squat ma occorre in questo caso fare un’operazione di “resilienza” in attesa che tutte le regole siano chiare e ciascuno possa riprendere all’interno del suo studio. 

Il DPCM permette l’attività all’aperto, quindi, anche solo per ipotesi, si può dire al vostro cliente di incontrarsi all’aperto a una certa ora in un determinato luogo. Sono quindi 2 sportivi che nel massimo rispetto delle ordinaze, delle distanze e delle norme, fanno attività all’aperto. Unica differenza: che magari uno più esperto dei 2 guida l’altro alla scoperta di nuovi esercizi e ne fa scoprire l’esecuzione corretta di altri che visti tramite video era difficile cogliere nei dettagli. 

Vero che il DPCM su questo non è chiaro, infatti alcuni la interpretano solo come possibilità individuale indipendente e non organizzata; anche perché subentrerebbe anche il problema di verificare se la polizza RC risponde in questa condizione. Alcuni PT, così come associazioni, si stanno organizzando per chiedere al proprio comune la possibilità di utilizzare le aree verdi pubbliche per svolgere attività fisica organizzata, naturalmente sottolineando l’assenza di assembramenti, competizioni e di un numero massimo di partecipanti nel rigido rispetto delle norme. Tale autorizzazione toglierebbe ogni dubbio. L’idea va verificata e ci sono trainer che già si stanno informando, personalmente ho provato a scrivere al ministero per una interpretazione. 

Allenarsi all’aperto è comunque limitativo? Probabile ma ci sono situazioni in cui occorre adattarsi al meglio, questa situazione è da accogliere come una sfida. Andrebbe presa come uno stimolo, oggi si direbbe un “up grade”, cioè l’occasione per studiare un programma divertente e far migliorare una persona in un ambito diverso. Sapete meglio di me che c’è un mondo da cui attingere legato all’atletica, al Calisthenics e al body weight. A maggior ragione se magari potete aggiungere qualche attrezzo, come ho detto prima, reperibile all’aperto (nelle regioni in cui è consentito). 

 

ALLENAMENTO ALL’APERTO 

Mi permetto anche di sottolineare un particolare, può anche essere che la situazione “all’aperto” non vi permetta in scienza e coscienza di fare un allenamento al top della professionalità ma ci stiamo dimenticando di un fatto importante: parlo del valore aggiunto rappresentato dal carisma e dalla presenza del trainer. Sono certo che lo stesso allenamento, svolto da soli e con un trainer che sa motivare e che suggerisce tanti piccoli trucchi (anche su esercizi apparentemente semplici o banali) sia completamente diverso a stimolante. Sempre ammesso che l’attività “professionale” all’aperto sia autorizzata (perché quella di 2 appassionati che si incontrano mi sembra fuori dubbio), analizzate anche quante ulteriori prospettive vi apre la possibilità di portarsi dietro un trolley con dentro manubri caricabili, molle, e magari tutti gli accessori come i roller o degli appoggi instabili. 

Attrezzatura indubbiamente utilizzabile dal singolo ma anche se si è in 2 si può pensare di detergere gli attrezzi magari con un disinfettante prima e dopo l’uso, previo sempre l’utilizzo di guanti. 

Come sempre non si possono cambiare le regole e le situazioni ma possiamo fare in modo di attingere alle nostre risorse per trovare la migliore soluzione che ci permetta di mettere sul tavolo le nostre prerogative... Sono quelle a fare la differenza…