BODY BUILDING AL FEMMINILE

La prima competizione ufficiale di body building femminile risale al novembre 1977 e si svolse a Canton, in Ohio.

Fino ad allora le manifestazioni di fisici femminili furono più simili a concorsi di bellezza: tra i più celebri il Miss Body Beautiful USA, sicuramente antesignana del bodybuilding moderno sebbene la muscolatura avesse un ruolo ancora marginale. L’affermazione del diritto a competizioni sportive vere e proprie si lega al movimento femminista di quegli anni che rivendica manifestazioni apposite e categorie ad hoc per le atlete donne.

 

WOMAN'S PHYSIQUE DIVISION

Nasce così la woman’s physique division. Gina La Spina è considerata storicamente la prima campionessa donna di una gara di bpdy building.

  • Muscolarità,
  • simmetria,
  • portamento.

Diventano i canoni di giudizio con enfasi sul fatto che siano esattamente gli stessi che guidano il bb maschile: "like a man" è il motto del momento.

La superior physique association (SPA) nasce nel 1978 come federazione di sole donne per le donne. Si deve proprio alla SPA una divulgazione massiccia a mezzo stampa di informazioni su allenamento e dieta al femminile. Le prime competizioni della nuova federazione si svolgono nel 1979 in Florida. Sebbene si trattasse di categorie muscolari, tutte le concorrenti erano tenute ad indossare i tacchi. 

In risposta la IFBB dell’epoca delega Christine Zane a responsabile del settore donne introducendo così la relativa categoria. Qui a differenza della SPA sono uomini ad organizzare e a giudicare le gare. E’ interessante rimarcare che le donne in tacchi non potevano posare al maschile ma si limitavano a sfilare.

 

MISS OLYMPIA

La prima Miss Olympia risale al 1980 e fu vinta da Rachel McLishLa prima consacrazione del bb femminile ufficiale però risale al 1982 ed avviene al congresso annuale IFBB tenutosi in Belgio quell’anno. Già nel 1983 i canoni evolvono verso fisicità più muscolari fino ad approdare a Corinna Everson, che vinse il titolo di Miss Olympia 6 volte (1984-1989).

La sua fisicità, poiché compromesso tra muscoli e femminilità, sarà di ispirazione per molte atlete e attirerà l’attenzione dei media coinvolgendo personaggi del bb femminile in numerose produzioni cinematografiche. 

Risale al 1985 il film “Pumping Iron 2: the women”. E’ in quegli anni che sorge l’eterna diatriba tra la estetica e volumi, quella che porterà a dividere in 2 categorie di peso le concorrenti del Miss Olympia:

  • lightweight
  • heavyweight

Nel 1990 Lenda Murray si consacra nuova musa del bb moderno vincendo il titolo per ben 6 volte dal 1990 al 1995. E’ del 1992 circolare di Ben Weider che, preoccupato dagli estremismi raggiunti, introduce il canone not “too Big” e invita a privilegiare lineamenti più femminili.

 

IL NUOVO MILLENIO

Nel 2000 finalmente il Miss Olympia non è più competizione separata ma si svolge a Las Vegas divenendo parte dell’Olympia weekend.

Persiste una divisione per categorie di peso e Jim Manion introduce nuove linee guida:

  • Volto,
  • make up,
  • look,
  • aspetto femminile.

Vengono posti alla pari di Simmetria, presentazione, separazione è muscolarità (che si rimarca non dovere essere estrema).

Nel 2004 lo stesso Manion introdurrà la regola del 20%: ossia chiederà un decremento della percentuale in termini di muscolatura per le 3 categorie: Bodybuilding, fitness e figure. Nel 2005 vengono abolite le classi di peso del bb. L’ultimo titolo Miss Olympia body building risale al 2014 e fu vinto dalla 10 volte prima classificata Iris Kyle. Da allora, sebbene oggi si parli di reintroduzione, la categoria bb non fa più parte del Miss Olympia e viene assorbita dal circuito “Wings of strenght”.

Negli anni esigenze di mercato e tentativi di repressione del triste fenomeno del doping hanno portato alla introduzione di nuove categorie che hanno affiancato le originarie. La woman’s physique continua ad essere parte del circuito, come la figure e la fitness. A queste si sono affiancate di recente bikini e welless (queste ultime ancora in fase di prima selezione per il Ms Olympia).

Non si esclude che la maggiore attenzione verso canoni più’ “comuni” porti ad ulteriori evoluzioni sia dei criteri di giudizio che delle suddivisioni.